MAURO SARZI
Mauro Sarzi, nato a Borgo Ticino il 21 settembre 1947, primogenito di Otello Sarzi e Scilla Sclanizza, attualmente vive a Cagliari.
Dal 2002 al 2017 Mauro collabora con il DFA (Dipartimento di Formazione e Apprendimento) della SUPSI (Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana di Locarno), in veste di formatore per la settimana dedicata al Teatro dei burattini. Tale settimana intensiva, rivolta alle allieve della Scuola dell’Infanzia, si svolge ogni anno ed è stata ai suoi esordi introdotta da Ornella Baragiola, burattinaia e psicopedagogista e poi ulteriormente sviluppata dalla figlia Ava Loiacono in collaborazione con Mauro Sarzi.
Figlio d’arte, alla quarta generazione da parte di padre e alla settima da parte di madre, inizia la sua esperienza artistica in famiglia, al seguito del papà Otello e del nonno Francesco.
Sopravvissuto nel 1958 a Roma all’incendio doloso della baracca dei Sarzi – allora provocato da un militante di un partito neofascista,a causa del quale vengono distrutti più di seicento burattini – Mauro viene in seguito accompagnato dal grande umanista e amico di famiglia Cesare Zavattini alla trasmissione televisiva “Il Musichiere”, condotta da Mario Riva, la quale contribuisce a diffondere ulteriormente il nome e l’arte dei Sarzi, dando avvio ad una serie di esperienze televisive successive ben più importanti.
Mauro frequenta la scuola presso il Villaggio “Cagnola” alla Rasa di Varese, allora diretto daSergio Rossi,grafico, pittore, musicista, animatore, artista a tutto tondo, nonché educatore. In quel periodo il giovane Mauro ha la possibilità disvilupparemolteplici competenze nell’ambito della pittura, della scultura, della recitazione e della manipolazione delle figure. Ha inoltre l’occasione di imparare a muovere le marionette dei fratelli Colla, venuti espressamente al Villaggio da Milano per allestire un laboratorio permanente.
Qualche anno dopo, rientrato a Roma, viene iscritto presso l‘Istituto d’Arte, con i maestri scultori G. Mazzullo e G. Gaetaniello. Nel 1964 Mauro vince il primo Premio per la Sezione Arti Plastiche nell’ambito del ventennale della Fondazione degli Istituti d’Arte. Terminati gli studi, sempre a Roma, entra a far parte della compagnia del T.S.B.M. – Teatro Sperimentale dei Burattini e delle Marionette – del padre Otello Sarzi, con sede operativa nella casa-laboratorio di via dei Coronari, punto di incontro di artisti italiani, francesi, svizzeri e americani. Il suo primo incarico svolto in autonomia gli viene affidato dal padre e prevede la realizzazione di grandi pupazzi per il film “La torta in cielo”, tratto dal racconto di Gianni Rodari, per la regia di L. Del Frà. Sempre in collaborazione con Otello e Rodari, Mauro partecipa al progetto di produzione del film “Ciao Cappellone”, lungometraggio realizzato in 35 mm a colori. Successivamente aiuta la compagnia di famiglia nella realizzazione del programma sperimentale con pupazzi e attori ideato da Giancarlo Governi per la Rai – “La Scoperta dell’America” – programma che otterrà un buon successo di pubblico e di critica, e vanterà la presenza di un giovane e brillante Gigi Proietti.
Nel 1969 Mauro segue il padre Otello e altri componenti del T.S.B.M. a Reggio Emilia, su invito dell’Amministrazione Comunale e del Sindaco R. Bonazzi, allora direttore del Teatro Municipale Romolo Valli. I Sarzi capitano a Reggio in un momento di particolare fermento culturale, che consentirà loro diverse ed importanti esperienze, come quella del Laboratorio Permanante allestito dentro i locali del teatro. I Sarzi cominciano a rivolgersi al mondo scolastico di tutto il territorio cittadino, collaborando con le scuole dell’infanzia dirette da Loris Malaguzzi, dove svolgono mostre, spettacoli e laboratori.
Nel 1971 la famiglia organizza tournée all’estero, in particolare in Asia e in Africa, grazie alle quali matura nuove consapevolezze e arricchisce il suo repertorio. Al suo ritorno, Mauro firma con Rodari una sceneggiatura tratta dal libro “Gip nel Televisore”: spettacolo incentrato sul tema del condizionamento dei programmi “spazzatura” trasmessi in TV. Lo spettacolo diventa uno stimolo per girare altre città, come Venezia, Roma, Milano, Torino e Firenze: viaggi che fruttano all’artista altre importanti collaborazioni, come quella con L. Luzzati o con M. Lodi e i membri della Biblioteca del Lavoro. La Rai documenta il lavoro dei Sarzi sul territorio montano, producendo un documentario sull’esperienza della famiglia a Succiso.
In seguito al successo del suo operato, nel 1979 Mauro fonda una sua personale compagnia, “Il Teatro delle Mani”, decidendo di specializzarsi nel teatro per ragazzi. Fra il 1982 e il 1983 la compagnia si trasferisce stabilmente a Cagliari, dove viene riconosciuta dal Ministero della Pubblica Istruzione e dal Dipartimento Regionale per lo Spettacolo. Dalla fine degli anni Novanta, con la collaborazione di Gigliola Sarzi, la compagnia teatrale ha una sede dislocata a Reggio Emilia.
Dopo aver operato e studiato a Bologna con la Onlus “Gli Amici di Luca”, Mauro riporta le sue esperienze in altri centri ospedalieri e per il disagio mentale, fino a raggiungere nel 1992 il carcere minorile di Quartucciu e nel 1993 i reparti di Pediatria, Cardiologia Pediatrica e Urologia dell’Ospedale G. Brotzu di Cagliari. Da quel momento la “Human-arts Onlus Le Mani dei Sarzi” opera nell’ambito delle arti-terapie, in supporto ai medici negli ospedali e nei centri riabilitativi, viaggiando all’estero per convegni, laboratori, conferenze e spettacoli. Dal 2006 Mauro collabora con la facoltà di Medicina dell’Università di Cagliari, in qualità di docente di Arte-Terapia.
Si segnalano, fra gli ultimi e più importanti progetti realizzati, “Il carnevale degli animali” del 2015, in collaborazione con il Teatro Lirico di Cagliari, e “I burattini di Ernesto Rossi riprendono vita” del 2017, grande lavoro incentrato sulla ricostruzione e riproposizione animata della storia esemplare del burattinaio Ernesto Rossi, impegnato durante la Seconda Guerra Mondiale nella battaglia antifascista e per questo incarcerato a Ventotene tra il 1941 e il 1944, periodo in cui realizza insieme ad Altiero Spinelli ed Eugenio Colorni il manifesto “Per un’Europa libera e unita”. In seguito al progetto, con l’aiuto dell’Università di Cagliari e di quella di Locarno è avvenuta la pubblicazione del libro “Ernesto Rossi e i suoi burattini”, che verrà presto tradotto in tre lingue.